Finanziaria 2018: Come cambio tutto per non cambiare nulla

Il 30 Aprile alle 23.00 è stata approvata la Legge di stabilità regionale, la prima del nuovo governo regionale guidato da Musumeci. Trovare un aggettivo da associare a questo primo documento finanziario non è facile, sicuramente “deludente”, volendo essere misurati ma si potrebbe anche dire “vergognosa”.
E’ stata la prima per in neo Presidente Musumeci, ma non è stata la prima per il sottoscritto, nella scorsa legislatura, tra finanziarie, assestamenti di bilancio e manovre correttive varie abbiamo viaggiato alla media di 3 provvedimenti finanziari all’anno, ma mai, come questa volta avevamo trovato così tante norme confezionate su misura per e da singoli deputati, mai come questa volta avevamo trovato norma così sfacciatamente inserite per assecondare solo ed esclusivamente interessi che per decenza possiamo definire “territoriali”.

Ma vorrei tornare al termine iniziale di “deludente” per provare a fare un analisi più generale. La prima finanziaria di un governo, quella che nasce immediatamente dopo il suo l’insediamento dovrebbe essere quella che più di tutte ne identifica gli obiettivi, la direzione che si intende dare al proprio governo, quella che più di tutte dovrebbe risultare figlia del proprio programma e che come nel caso del Presidente Musumeci, rappresentando uno schieramento diverso da quello che ha governato nel corso della precedente legislatura più di tutte avrebbe dovuto rappresentare e contenere elementi di discontinuità e di rottura con il passato.

Ed invece no, questa finanziaria segue perfettamente quelle del precedente governo Crocetta al punto che se fosse stata presentata un anno fa nessuno se ne sarebbe accorto.


Si è parlato esattamente degli stessi temi, si è parlato di precari, si è parlato di forestali, si è parlato di Ex-PIP si è parlato di tutte quelle categorie che ormai da decenni affollano le finanziarie di tutti i governi che si sono alternati alla guida della regione. Per carità problemi assolutamente presenti nella nostra regione, categorie che da anni attendono risposte, nessuno mette in dubbio il fatto che vi sono problemi che necessitano di una soluzione definitiva ma questa, come tutte le finanziarie che l’hanno preceduta, non degna una parola, un pensiero, una norma al presente ed al futuro,  non degna una parola, un pensiero, una norma a tutte quelle centinaia di migliaia di siciliani che non “gridano”, che non chiedono nulla se non avere una regione che garantisca a tutti pari opportunità, che sia “normale” nelle proprie scelte, a tutte quelle centinaia di migliaia di siciliani, magari con una, due ed anche tre lauree che  per provare a crearsi un futuro sono costrette ad abbandonare la propria terra.

Anche Musumeci, così come tutti quelli che lo hanno preceduto, ha preferito mettere da parte il presente ed il futuro di questa terra per dedicarsi solo ed esclusivamente ad un passato che, pur con tutte le proprie ragioni, costantemente ritorna per diventare, durante le finanziarie, un presente di cui non ci si riesce a liberare. Ecco il perché di una finanziaria deludente, ci saremmo aspettati da Musumeci più coraggio, il coraggio di dotare questa finanziaria di un anima, di una prospettiva, di norme che provassero anche ad indicare una direzione diversa, che guardassero maggiormente al presente ed al futuro di tutti quei siciliani, specialmente giovani, altamente qualificati, che oggi non hanno alternative se non quella di andarsene. Questo è quello che i siciliani ci chiedono e questo è quello che un governo che voglia essere realmente di “rottura” con il passato dovrebbe avere il coraggio di iniziare ad inserire nelle proprie finanziarie. 

Poi resta quello che volgarmente potremmo definire “marchettificio”, soldi per gare veliche, soldi per teatri ad Adrano e Sciacca, come se non ci fossero teatri in tutti i comuni che necessitano di soldi per essere rimessi in grado di funzionare, anche qui a Bagheria ad esempio, con il Teatro Branciforti, soldi per il ripopolamento del coniglio selvatico, soldi per le moto d’acqua, insomma soldi per tutti, basta avere il santo giusto in paradiso. Deludente.

Condividi con ...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *