Reddito di cittadinanza. Una battaglia di civiltà

Il Reddito di Cittadinanza, di certo non l’abbiamo inventato noi, così come non lo abbiamo tirato fuori in prossimità di una campagna elettorale.

Di reddito universale ne parla, già alla fine del 1700, il filosofo illuminista Thomas Paine che lo inserisce,in Francia, nel contesto agrario. Non possono di certo passare inosservate le importanti teorie riguardanti il reddito universale del premio Nobel per l’economia Friedman, fino ad arrivare sulla bocca di una delle menti più brillanti del XXI secolo Elon Musk, che nel suo intervento al World Government Summit 2017, dichiara che una forma di reddito universale garantito è assolutamente necessaria come soluzione al cambiamento che il tessuto sociale ha subito a causa della globalizzazione e della robotizzazione.

Nel resto d’Europa, fatta eccezione  per l’Italia e la Grecia,  sono in vigore forme di “sostegno” e “sussidi” che spesso non sono destinati solo ai disoccupati. Alcuni esempi sono il modello scandinavo o quello francese. Il parlamento Europeo ha infatti nell’ottobre del 2017, approvato una relazione che indirizza tutti gli Stati che non hanno ancora introdotto tale misura a farlo ed ammonisce l’Italia per  il basso livello di sostegno riservato ai più deboli. Deboli che nel nostro paese ammontano a circa 5 milioni di Italiani, secondo l’ISTAT in povertà assoluta. L’istituto di statistica calcola il valore della spesa minima mensile necessaria per l’acquisto di un paniere di beni e di servizi considerati essenziali per una qualità della vita minimamente accettabile. In buona sostanza, se non si arriva a spendere quella cifra al mese, per l’Istat si vive in condizioni di povertà assoluta.

Sosteniamo che la povertà sia un problema europeo, e che in Italia soprattutto sia causato proprio dalle sue politiche scellerate. L’ultima spiaggia alla povertà è quindi la volontà da parte di tutti  di adottare un reddito minimo che restituisca vita e dignità ai cittadini italiani che non riescono più ad arrivare alla fine del mese. Non  girarsi più dall’altra parte con indifferenza quando si parla della sofferenza dei cittadini e non strumentalizzarlo per screditare chi, da sempre, cerca di introdurlo per ridare a tutti la dignità che meritano.

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